Chi decide di acquistare un’auto usata lo fa solitamente per risparmiare. Purtroppo negli ultimi tempi si assiste al sempre più frequente fenomeno del “ritocchino al contachilometri”. Si tratta di una truffa diffusissima (ma anche un vero a proprio reato), che genera business miliardari, altera il mercato e mette in difficoltà i venditori onesti. Come difendersi dalle truffe auto? Ecco che risulta necessario una certificazione chilometrica, un vero e proprio diritto del consumatore. Dal 2018, sul certificato di revisione dell’auto, sarà obbligatorio segnare i km della macchina.
Questo documento dovrà riportare il chilometraggio reale dell’auto, cioè ci sarà l’obbligo di segnare i km, per evitare che qualcuno possa speculare sul prezzo dell’auto quando vorrà venderla a qualche ingenuo privato. I km certificati garantiscono in questo modo il veicolo in modo da scoprire se e quanti km sono stati scalati. E’ possibile inoltre richiedere al venditore la certificazione completa dell’auto oppure farla eseguire a proprio carico, ma almeno si potrà essere sicuri dell’usato che si sta acquistando.
La certificazione consiste un’accurata serie di test sulla vettura atti a dimostrarne le reali condizioni del momento, e nel caso in cui i chilometri sono stati schilometrati, le apparecchiature sono in grado di rivelarlo immediatamente. Al momento di acquistare un autoveicolo usato, l’ideale sarebbe dare un’occhiata (più che approfondita) alla documentazione dei tagliandi effettuati, nella quale sono contenute, controllo dopo controllo, le certificazioni chilometriche.
Questo elemento fungerà da garante per quanto riguarda la vita su strada del veicolo e, se proprio inesperti in materia, si potrà sempre mostrarlo al proprio meccanico di fiducia per un parere esperto. I tagliandi devono essere regolari e eventuali anomalie nel rapporto fra tempo e chilometri percorsi devono mettere in allarme. Così come la mancanza del libretto che certifica la manutenzione periodica.